Fino al 5 febbraio 2017, alla GAM di Torino sarà possibile visitare la mostra su Carol Rama.
Nella sala principale del piano interrato, si susseguono le opere dagli anni '60 agli anni '90 che hanno come caratteristica comune l'utilizzo della tecnica del bricolage: occhi di plastica, stoffe, pezzi di gomma, siringhe, semi, ma anche artigli, pellicce, denti umani... adesivi e resine, vernici e smalti soprattutto di colore nero e rosso.
In "Riso nero" la tela ricoperta di chicchi di riso è interamente colorata di nero; in "Le tagliole" la pelliccia di animale è colorata con smalto terra di siena; nel "Ritratto di Massimo Mila" ci sono denti umani con disegni in smalto e pennarello su tela di juta.
Un'ampia sezione di tele è realizzata con bricolage di stringhe di camere d'aria di bicicletta, materiale familiare alla giovane Carol, il cui padre aveva una fabbrica di biciclette; il pneumatico, ridotto a strisce, tagliato e colorato diventa l'emblema del corpo umano, vulnerabile e modificato dal passare del tempo.
Il corpo umano, e soprattutto alcune parti di esso, è il protagonista della sezione semi-nascosta nella sala secondaria, dove sono raccolti gli acquerelli erotici dell'età giovanile (argomento poi ripreso negli anni '90): quadretti di nudi abbozzati in pose eplicite, con falli multipli anche staccati dal corpo (e finiti magari in una scarpa) che diventano serpenti, lingue accentuate, ma anche dentiere, pezzi di corpi... il cui titolo è molto spesso "Appassionata".
Le recensioni dicono che l'artista torinese abbia usato la pittura per esorcizzare il dolore e la paura causati dagli avvenimenti familiari (le cure psichiatriche delle madre e il suicidio del padre), ma a me sembra che fosse semplicemente una giovane trasgressiva in un'epoca, gli anni Trenta e Quaranta, dove neanche i suoi amici artisti si permettevano tanta "oscenità". Con questo non voglio dire che mi piaccia tutta la sua produzione, ma che sicuramente ha anticipato molto dell'arte contemporanea.
"Non ho avuto maestri pittori, il senso del peccato è il mio maestro. Il peccato è una trasgressione del pensiero".